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...e così memorabilmente faceva giochi di prestigio con i toni di voce e di mezza voce...
And memorably so: the whimsically inflected tones of voce and half-voice he conjured from his instrument were vindication indeed of the ultimate assertion of the individual.
Hilary Finch "The Times", London march 11 1985
“Il pane dei Sassi” non diventa raffermo. Cresce, lievita, crosta dura e animo delicato. “Il Pane” è l’opera che Vito Paternoster ha dedicato alla sua terra, alla sua città da presepe……
…..E superati i cinquant’anni, Paternoster è come il suo pane: testardo e determinato fuori, sensibile e sognante nell’animo. Il viso è scolpito con lo stampo dell’assolata gente di Lucania, ma il carattere lo presenta come un pacifista orientale o come un luterano dei tempi di Bach: tutto scivola via e lo lascia sorridente e quasi indifferente alle beghe quotidiane del lavoro e della vita affannata. Il violoncello e Bach. Paternoster ha iniziato a studiare quarant’anni fa a Bari, al Conservatorio allora diretto da Nino Rota, e si è poi trasferito a Roma, dove subito dopo il diploma è stato primo violoncello dell’Orchestra della Rai (studiando anche composizione e direzione d’orchestra). Poco dopo l’ingresso nella più celebre formazione pionieristica di musica barocca italiana, I Musici, che da allora non ha più abbandonato e con la quale ha più volte compiuto il giro del mondo, con i suoi amati strumenti.
Apolide e instancabile viaggiatore, ma dalle solide radici meridiane, a Bari ha piantato il suo albero famigliare ed ha formato decine di allievi al Conservatorio, alcuni divenuti noti violoncellisti. Tra un disco e l’altro ecco gli interessi più svariati: revisore di musica antica (Ricordi), direttore di opere di Leonardo Leo (Diana amante), Henry Purcell (Dido) fino alla “Cecchina” di Piccinni del centenario, con la Scala. Ma, ciclicamente, tornano gli amori di sempre: il pane (cioè la sua terra), Bach, il violoncello. Ha così inciso come se fossero passeggiate le Sonate e Partite per violino in una inedita versione per violoncello, oltre alle Suites per violoncello solo: un brivido. Queste ultime formano l’ossatura di Inzaffirìo, la più inusitata avventura musicale di Paternoster……che ha conquistato le radio statunitensi………
Dinko Fabris
tratto da “Paternoster, nuova avventura”
- Repubblica Bari, 10 febbraio 2001
Solista, Direttore d’orchestra, Compositore
Nato a Matera il giorno di Natale del l957, è oggi una delle figure italiane più apprezzate nei settori della direzione d'orchestra, della concertazione di opere, della prassi esecutiva filologica, del violoncello e della composizione.
Intraprende lo studio del violoncello a Bari, presso il Conservatorio "Piccinni". Il direttore Nino Rota, coltivandone il precoce talento, ne stimola il debutto a 15 anni in sale prestigiose - a Milano per la "Piccola Scala"; a Venezia per la Fondazione Levi; a Roma accompagnato dall'Orchestra "I Concerti dell'Arcadia" diretta da Riccardo Chailly - per poi affidarlo ad Amedeo Baldovino, sua guida fino al diploma conseguito con il massimo dei voti a Roma (Conservatorio di S. Cecilia)
Suoi maestri sono stati anche Francesco D'Avalos per la composizione e Franco Ferrara per la direzione.
Vito Paternoster, a leading figure in conducting, concerting operas, philological performing, cello playing and composing was born on Christmas day 1957. He began studying cello in Bari, at the Conservatory of Music “Piccinni”. Its Headmaster, Nino Rota, understood his precocious talent and encouraged his debut when he was only 15 years old. Thanks to Rota, he first performed in very prestigious halls: Piccola Scala in Milan, Levi Foundation in Venice, with the Rome Orchestra “I Concerti dell’Arcadia” conducted by Riccardo Chailly. Amedeo Baldovino, to whom Rota admitted him, became his guide until the Diploma which he obtained at the Conservatorio Santa Cecilia in Rome with the highest grade.
He also studied composition with Francesco D’Avalos and conducting with Franco Ferrara